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C’è un boa nel bagaglio a mano

La donna che lo trasportava ha provato a sostenere che fosse il suo «animale da pet therapy», ma la compagnia aerea non l’ha ammesso a bordo.

di Alessio Pagani

Un boa constrictor chiuso nel bagaglio a mano e pronto a imbarcarsi su un volto interno degli Stati Uniti in partenza dall’aeroporto di Tampa. È quanto hanno scoperto gli agenti della Transportation Security Administration, agenzia che si occupa proprio del controllo dei bagagli all’interno degli scali aeroportuali. Anche in questo caso, come il precedente del micio scovato in una valigia pronta per essere imbarcata, a risultare determinanti per la scoperta sono stati i raggi X. L’apparecchiatura, infatti, ha evidenziato una vistosa anomalia proprio all’interno di un borsone che una passeggera stava portando con lei in cabina.   

Dentro c’era nascosto un giovane esemplare di boa, lungo poco più di un metro, di nome Bartholomew. Perfettamente a suo agio tra un paio di scarpe e un laptop, non poteva ovviamente essere imbarcato. Così la donna, colta sul fatto, ha provato a difendersi. «Ha affermato che il serpente era il suo animale domestico di supporto emotivo», hanno sottolineato dalla TSA. «A quel punto abbiamo informato la compagnia aerea, che ha stabilito che, al di là delle sue ‘funzioni’, quel serpente non sarebbe mai salito sul loro aereo».   

Viaggiare in quel modo, inoltre, avrebbe potuto anche mettere a rischio la sicurezza stessa dell’animale. Che, insieme con la sua proprietaria, è stato rispedito indietro. Nessun viaggio per loro e con ogni probabilità anche una serie di conseguenze per il tentativo, maldestro quanto infruttuoso, di aggirare i controlli di sicurezza dell’area imbarchi.     

(Foto d’apertura: IPA)

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