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C’è il gatto selvatico sull’isola. Stop ai turisti

Le autorità giapponesi hanno deciso di limitare il flusso di persone in arrivo a Iriomote per non disturbare la specie autoctona di un raro felino. Saranno ammessi solo un decimo dei visitatori che sbarcavano normalmente .

di Alessio Pagani

I turisti sono importanti, ma decisamente meno del nostro gatto selvatico. È quello che hanno pensato e poi tradotto in pratica le autorità giapponese. Pronte a tutto, persino a rinunciare a diverse entrate economiche, pur di tutelare un felino selvatico autoctono che è a rischio estinzione. L’animale da salvare è il gatto di Iriomote e per farlo il governo locale ha deciso di limitare fortemente l’afflusso di persone sull’isola.   

Ne sopravvivono, infatti, solo poco più di cento nella foresta subtropicale di questo lembo di terra, di 290 chilometri quadrati, a 160 chilometri da Taiwan e tre ore scarse d’aereo dalla capitale giapponese. Per questo anche i poco più di 2mila residenti devono già rispettare limiti di velocità stradale e preferire percorsi disagevoli per evitarne malaugurati investimenti notturni.   

Anche per la loro rarità, però, questi felini sono diventati un richiamo per i visitatori giapponesi, ma anche cinesi di Taiwan e Hongkong. Tanto che si stima che, negli anni che hanno preceduto la pandemia, Iriomote fosse invasa ogni anno da 330mila persone. Numeri che d’ora in avanti saranno solo un ricordo. Se da un lato, infatti, Iriomote, la seconda isola più grande di Okinawa e parte dell’aricipelago di Yaeyama, è nota per la sua bellezza naturale incontaminata ed è una meta ambita per il nuoto, le escursioni, lo snorkeling e le immersioni subacquee, dall’altro i suoi felini, dichiarati tesoro nazionale «devono essere preservati».   

La prefettura di Okinawa ha annunciato che limiterà così i visitatori a circa 33mila l’anno, un decimo rispetto alle annate di punta, proprio per proteggere l’habitat di questi animali, conosciuti anche con il nome di linci rosse di Iriomote. Con meno persone, poi, si ridurranno il numero di investimenti involontari e si ridurranno le carenze idriche che mettono a rischio la sopravvivenza di questi rari e unici felini.   

(Foto d’apertura: @the_zoologist_barista)

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