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Carso, dopo gli incendi l’appello a sospendere la caccia

La richiesta arriva dal Movimento 5 Stelle e da diverse associazioni animaliste «per proteggere gli animali sopravvissuti agli incendi». E intanto si teme una vera propria strage di piccoli uccelli, scoiattoli e ricci.

di Alessio Pagani

Sono pesantissime le conseguenze del devastante incendio che ha mandato in fumo più di 800 ettari di Carso triestino e goriziano. Un rogo domato a fatica da vigili del fuoco e volontari, che per giorni hanno lavorato senza sosta per frenare il fronte delle fiamme e spegnere i nuovi focolai favoriti dal caldo torrido di queste giornate. Restano, ora, i danni incalcolabili all’ecosistema. Con le prime stime che parlano già di migliaia di animali uccisi da fuoco e fumo. Proprio per questo il gruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, e diverse associazioni ambientaliste, chiedono la sospensione della stagione di caccia «nelle aree pesantemente colpite dagli incendi».

«Abbiamo assistito alla fuga degli animali che sono riusciti a salvarsi dai roghi e ancora non abbiamo contezza né dei feriti, né dei morti», hanno scritto in una nota i rappresentanti del M5S. «La situazione assolutamente anomala ed emergenziale che si è venuta a creare nei boschi del Carso e del Friuli impone in ogni caso una seria riflessione in questo senso: al di là dei numeri ancora da certificare, deve essere protetta in ogni modo possibile la fauna sopravvissuta».

Anche perché la conta delle vittime animali rischia di essere pesantissima. Se gli animali più grandi e con maggiore mobilità, come i mammiferi o gli uccelli non nidificanti non hanno avuto gravi problemi ad allontanarsi, così non si può dire per quelli più piccoli e lenti. Tra loro, riferisce la stampa locale friulana, assioli e giovani civette, ma anche scoiattoli o gli animali come ricci e tartarughe di terra, rettili, anfibi e uccellini appena nati.  Così, in attesa di un quadro più esaustivo, dalle associazioni animaliste arrivano alcuni inviti a chi volesse dare una mano. Chi si trova nei pressi delle aree colpite e dispone di spazi aperti, per esempio, «può creare rifugi o nidi per gli animali che cercano un nascondiglio e disporre ciotole basse d’acqua fresca nei propri giardini o fuori casa per piccoli mammiferi e uccelli in cerca di ristoro».  

(Foto: @lav_trieste)

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