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Cani, gatti e co.: le regole d’oro per vivere con un animale in condominio

Dalle leggi su certi animali alla paura per i continui abbai del proprio cane, per sopravvivere in pace con i vicini di casa e i pet bastano pochi consigli.

di Lorenzo Sangermano

Da diversi anni la presenza di animali domestici nelle case degli italiani è in costante aumento. Cani, gatti, conigli, uccellini e altri piccoli pet fanno ormai parte delle famiglie e vivono negli appartamenti in tutto il Paese. Fino a poco tempo fa, però, nei condomini vigeva il divieto di detenzione di animali, sancito da regolamenti.

È dal 2013 che le cose sono cambiate. La riforma del condominio ha infatti modificato l’articolo 1138 del Codice Civile, stabilendo che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali domestici». Da allora, quindi, nei condomini è consentito avere liberamente cani, gatti, conigli, uccellini e altri cosiddetti “animali da compagnia” o “animali d’affezione”. Rimangono invece vietati gli animali selvatici, come volpi, tassi e altri, la cui detenzione è proibita per legge.

La questione è invece diversa per i contratti di affitto. Questi infatti corrispondono a un accordo tra due parti e le leggi non sono chiare nello stabilire la possibilità o meno di bandire gli animali dall’appartamento. Qualora il proprietario inserisca nel contratto il divieto di pet all’interno della propria casa e l’affittuario accetti, il contratto verrà considerato in ogni caso valido e perfettamente legale.

Nonostante oggi sia un diritto poter vivere con un animale domestico, anche in condominio è necessario rispettare alcune regole per garantire una convivenza serena. Innanzitutto, quando si porta il cane negli spazi comuni come giardini, cortili o androni, è obbligatorio l’uso del guinzaglio e avere con sé sacchetti per raccogliere le deiezioni. Per quanto riguarda i rumori, il padrone deve fare il possibile per limitare l’abbaio del cane o altri rumori fastidiosi, intervenendo sulla sua educazione e sulla sua gestione. I vicini non possono vietare in assoluto i rumori degli animali, ma se superano i limiti di normale sopportabilità possono fare reclamo.

Nelle situazioni di contenzioso, molto dipende dalle circostanze specifiche e dalla sensibilità delle persone e delle autorità coinvolte. In ogni caso, per evitare incomprensioni ed eventuali strascichi legali, quando si adotta un animale è buona norma informare l’amministratore di condominio e i vicini più prossimi. Meglio ancora organizzare un breve incontro per presentare l’animale e sensibilizzare gli altri condomini, gettando le basi per un rapporto di buon vicinato.

Se malgrado gli sforzi dovessero sorgere lamentele da parte degli altri condomini, è importante dimostrare la massima disponibilità a trovare soluzioni condivise. Ricorrere subito alle vie legali dovrebbe essere l’ultima spiaggia, dopo aver tentato il dialogo e il confronto con i vicini, anche con l’aiuto dell’amministratore. Solo nei casi più gravi, se il padrone dell’animale non si dimostra collaborativo, i vicini potranno rivolgersi alle autorità competenti.

In sintesi, grazie alla riforma del condominio del 2013, oggi i nostri amici animali hanno conquistato il diritto di vivere con noi anche quando abitiamo in appartamento. Affinché questa convivenza sia davvero pacifica, però, è importante che tutti, proprietari di animali e non, si dimostrino disponibili al dialogo e al rispetto reciproco. Informarsi sulle regole, adottare comportamenti responsabili e fare la propria parte per una serena quotidianità sono presupposti fondamentali perché ognuno possa godere dei propri diritti senza ledere quelli altrui.

(Foto d’apertura: IPA)

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