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Cani e gatti, l’alimentazione secca è più sostenibile 

Nutrire gli animali domestici con le crocchette aiuta a ridurre nettamente il loro impatto sul Pianeta. Lo certifica una ricerca dell’Università di San Paolo, in Brasile.

di Alessio Pagani

Nutrire i nostri amici a quattro zampe con cibo prevalentemente secco può contribuire a ridurre l’impatto ambientale del settore legato alla produzione di alimenti per cani e gatti. Questo, almeno, è quanto emerge da un articolo, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell’Università di San Paolo, in Brasile. Il team, guidato da Marco Brunetto, ha valutato l’impatto ambientale associato all’alimentazione degli animali domestici. Gli esperti hanno considerato 618 e 320 regimi alimentari rispettivamente canini e felini, esaminando i prodotti commerciali secchi e umidi distribuiti da tre importanti rivenditori brasiliani del settore. Gli scienziati hanno stimato le conseguenze sull’ambiente di ogni tipologia di alimento e allo stesso tempo l’apporto nutrizionale delle scatole di umido e dei croccantini per animali. Stando a quanto emerge dall’indagine, crocchette e croccantini, grazie al contenuto inferiore di acqua, rappresentano una scelta più ecosostenibile rispetto ai prodotti umidi. 

Questi risultati, commentano gli esperti, evidenziano come i proprietari di animali «possano compiere delle scelte più consapevoli per nutrire i propri amici a quattrozampe fornendo apporti calorici adeguati senza gravare sull’ambiente». Anche perché popolazione di cani e gatti da compagnia sta crescendo in tutto il mondo. Attualmente, si stima che le famiglie statunitensi abbiano circa 76,8 milioni di cani e 58,4 milioni di gatti. I ricercatori hanno calcolato che un cane di dieci chilogrammi di peso consuma in media 534 calorie al giorno, ed è correlato a un’emissione media di 828,37 chilogrammi di anidride carbonica all’anno se alimentato con una dieta secca e 6.541 kg con un’alimentazione umida. Allo stesso tempo, commentano gli esperti, i croccantini riescono a fornire quantitativi più elevati di energia per grammo, mentre i pasti preparati in casa erano associati a un maggiore apporto di proteine. Questo lavoro, concludono gli autori, «evidenzia i vasti impatti ambientali degli alimenti per animali domestici e allo stesso tempo sottolinea la necessità di investire per rendere il settore più sostenibile». 

(Foto d’apertura: IPA)

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