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Caccia al Covid, i cani battono i tamponi

Più veloci e efficienti dei test convenzionali i quattro zampe hanno confermato il loro fiuto eccezionale anche sul campo. Schierati all’aeroporto di Helsinki hanno superato gli esami di laboratorio.

di Alessio Pagani

Più veloci e efficienti dei test convenzionali i quattro zampe hanno confermato il loro fiuto eccezionale anche sul campo. Schierati all’aeroporto di Helsinki hanno superato gli esami di laboratorio.

Meglio di un tampone antigenico rapido, efficaci quanto un esame molecolare. I cani da ricerca, specializzati nel fiutare il Covid 19, non conoscono rivali. Lo dimostra uno studio condotto da Anu Kantele, del dipartimento di malattie infettive del policlinico universitario di Helsinki e pubblicato sulla rivista “BMJ Global”. Utilissimi in aeroporto e potenzialmente anche negli ospedali i quattro zampe addestrati a “dare la caccia” al Covid sono in grado di fornire risposte rapidissime e senza errori. Non solo in fase di studio ma persino operando attivamente sul campo. Questo grazie al loro senso dell’olfatto, molto acuto, che consente loro di percepire un odore a concentrazioni minime. Essi, infatti, riescono ad annusare sostanze dell’ordine di grandezza del fentomolilitro, ovvero un milione di un milionesimo di litro: vuole dire che il cane riesce a fiutare l’equivalente di una goccia d’acqua in 10 piscine olimpioniche. «I quattro zampe», ha spiega la professoressa Maria Rita Rippo, dell’Università Politecnica delle Marche, coordinatore di un analogo studio italiano denominato “C19-screendog” nel corso della presentazione pubblica di questa ricerca italiana, «possiedono 1.100 geni che codificano per proteine che sono coinvolte nell’olfatto, mentre l’uomo ne ha solo 350. Inoltre, l’epitelio olfattivo dei cani è estesissimo, oltre 10 volte rispetto al nostro e il numero di recettori olfattivi arriva fino a 300 milioni, mentre nell’uomo si parla di 5-6 milioni. Inoltre, il bulbo olfattivo dei cani è tre volte più grande del nostro». Evidenza che era stata confermata anche dai dati preliminari. Che hanno visto i cani, dopo poche settimane di addestramento, rilevare l’infezione da Covid 19, con un grado di accuratezza paragonabile a quello del tampone molecolare. Tuttavia questi risultati dovevano essere replicati in azione. Perché nel caos di un aeroporto non è detto che l’accuratezza può essere la stessa di un ambiente sterile. Così i finlandesi li hanno schierati al terminal internazionale di Helsinki-Vantaa, tra settembre 2020 e aprile 2021. E lì hanno avuto modo di fiutare 303 passeggeri in arrivo. Ogni viaggiatore, poi, è stato sottoposto anche a un test rapido con tampone. Risultato? Gli esiti delle analisi di laboratorio e del lavoro di ricerca cani corrispondevano nel 98% dei casi positivi e nel 99% dei negativi. Ma non solo. I cani hanno addirittura identificato tre falsi negativi al tampone. Riuscendo a prevale e dimostrando tutto il loro valore.

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