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Boston, salvati diversi animali selvatici stipati in un rimorchio

All’interno del mezzo c’erano alcuni cincillà, un coniglio, due ratti, diversi parrocchetti dei monaci e tre uccelli “inseparabili”. Scoperti anche quattro coati, specie selvatica la cui detenzione è vietata.

di Alessio Pagani

Esemplari rari, vietati e non commerciabili stipati in un furgone alla periferia di Boston. È quanto hanno scoperto i volontari dell’MSPCA, la Massachusetts Society for the Prevention of Cruelty to Animals, un’organizzazione animalista che si occupa di proteggere e soccorrere animali in difficoltà, intervenuti su segnalazione della polizia. Sul retro di un rimorchio dell’azienda americana di noleggio di autocarri, U-Haul, infatti, c’erano alcuni cincillà, un coniglio, due ratti, diversi parrocchetti dei monaci e tre uccelli “inseparabili”. Ma non solo. Agli occhi degli agenti e dei volontari sono balzati subito ben quattro coati, mammiferi esotici originari del Sud America che è illegale possedere come animali domestici negli Stati Uniti e in Europa. Le forze dell’ordine, una volta scoperta la situazione potenzialmente pericolosa per gli stessi animali, hanno così disposto il sequestro e chiesto aiuto all’associazione. Le gabbie in cui erano stipati gli animali, infatti, erano sporche e del tutto inadatte ad ospitarli.

Il fatto poi che fossero all’interno di un rimorchio ha soltanto aggravato la situazione dell’uomo che lo aveva noleggiato, finito sotto inchiesta. Ma non solo. Uno dei coati, al momento della perquisizione, è persino riuscito a fuggire, salvo poi venire recuperato diverse ore dopo, ancor più spaventato. Gli animali sono così stati trasferiti in un centro veterinario di Boston collegato all’MSPCA. Quelli domestici saranno poi dati in adozione o affidati a famiglie che se ne prenderanno cura in attesa di una soluzione definitiva. Per i coati, invece, si sta cercando una soluzione definitiva, all’interno di un santuario specializzato nella cura di esemplari esotici. «Trovare loro una sistemazione non sarà facile», ammette Mike Keiley, direttore dei centri e dei programmi di adozione presso l’MSPCA. «Questi animali hanno complessi bisogni sociali e sanitari che sono molto difficili da soddisfare in un ambiente simile a una casa, quindi speriamo che un centro specializzato o uno zoo se ne possano fare carico. Fino ad allora li terremo al sicuro e felici, curandoli nel miglior modo possibile». Originari dell’America del Sud, appartengono alla famiglia dei Procionidi: abitualmente vivono in branchi piuttosto numerosi e trascorrono diverso tempo sugli alberi, dove le femmine sono solite costruire i loro nidi. Ecco perché tenerli in casa è solo una violenza nei loro confronti e perché non sarà facile trovargli una nuova destinazione che risponda pienamente alle loro esigenze etologiche.

(Foto: MSPCA)

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