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Boris Johnson esce di scena e ringrazia … il suo cane

L’ex premier ha avuto parole di riconoscenza per lo staff di collaboratori e per il suo adorato Dilyn, adottato nel 2019. Non ha dimenticato però di nominare anche Larry, lo storico gatto di Downing Street. Che, lo sapevate?, stava per prendere il suo posto!

di Redazione

Al microfono davanti alla residenza in Downing Street, il premier uscente Boris Johnson ha tenuto questa mattina un breve discorso di addio che entrerà nella storia del Regno Unito. Ringraziando lo staff e i collaboratori che l’hanno supportato (e sopportato) dal 2019, l’eccentrico leader conservatore ha menzionato anche il suo adorato cane Dilyn: è la prima volta a Londra che un primo ministro cita un quattrozampe in una simile occasione ufficiale. «Dico solo al mio partito: se Dilyn e Larry possono lasciarsi alle spalle le loro difficoltà occasionali, allora può farlo anche il partito conservatore»: queste le parole di Johnson, che hanno fatto sorridere i presenti giunti per salutarlo e hanno loro strappato un applauso.

Anche Larry, lo storico gatto “assunto” dal governo nel 2011 per cacciare i topi nella residenza di Downing Street, e in patria un vero beniamino, è stato oggetto dell’inconsueto saluto dell’ex premier, già ricevuto dalla regina Elisabetta nel castello di Balmoral per il passaggio di consegne alla collega Liz Truss, conservatrice come lui.  

Dilyn, un simpatico jack russell, arrivò a Downing Street ancora cucciolo nell’autunno 2019, portato proprio dal premier: dentro un trasportino rosso, scatenò i flash dei fotografi e la curiosità degli inglesi. Che fine avrebbe fatto appunto Larry, il gatto ufficiale della residenza? I due animali sarebbero andati d’accordo o invece il felino sarebbe finito “in un angolo” per lasciare spazio al nuovo arrivato? Ci volle poco per saperlo e per scoprire che Johnson è un sincero amante degli animali. È stato lo stesso primo ministro a far sapere che Dilyn proveniva da una “puppy mill”, le cosiddette fabbriche di cuccioli, e che gli era stato consegnato dall’associazione caritatevole Friends of Animals. Johnson e la compagna Carrie Symonds non persero l’occasione di sostenere così la “Lucy’s Law”, provvedimento contro gli allevamenti in cui i cani vengono maltrattati. In Inghilterra questa legge obbliga i negozi di animali a cedere solo esemplari provenienti da canili o da salvataggi. 

Presto Dilyn è diventato una star: alle elezioni di dicembre sempre di quell’anno, Johnson lo portò con sé al seggio e invitò gli inglesi a fare altrettanto: furono migliaia le foto postate sui social con l’hastag #dogsatpollingstation (cani ai seggi elettorali) e il popolo britannico si rivelò innamorato dei quattrozampe.

Dal canto suo, Larry il gatto di casa era già una star. Fotografatissimo, l’unico essere vivente che può entrare e uscire da Downing Street a piacimento senza controlli, pare che prima dell’arrivo di Dilyn fosse un “bulletto”: non solo cacciava topi, ma si dilettava anche a litigare, e ad averla vinta, con ogni quattrozampe in cui si imbatteva. Si sarebbe fatto sentire con Palmerston, il gatto del Foreign Office, e avrebbe tirato fuori le unghie anche con Rex e Oscar, i due cani del Segretario di Stato Philip Hammond. Con Dilyn no, se non sono andati proprio d’accordo, si sono furbamente ignorati a vicenda.

L’ultima notizia su Larry è di pochi giorni fa e scaturisce dalla curiosa trovata di un’agenzia pubblicitaria: candidare il gatto al posto di primo ministro, reso vacante dalle dimissioni di Johnson. Così, prima del viso di Liz Truss, gli inglesi hanno visto il muso di Larry sorridere sornione da immensi cartelloni elettorali. 

(Foto d’apertura: IPA)

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