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Biden ha affrontato l’isolamento con Commander 

Il presidente degli Stati Uniti d’America si fa ritrarre al lavoro, impegnato in alcune conversazioni telefoniche, in compagnia del suo pastore tedesco.

di Alessio Pagani

Nei momenti di difficoltà, come da tradizione, i presidenti americani fanno ricorso al potere delle immagini. E se c’è di mezzo un cane è ancora meglio. Così anche Joe Biden, che nei giorni scorsi è stato alle prese con il secondo contagio da Covid (dopo quello del dicembre del 2021), con l’inflazione galoppante e la crescita dei salari ferma, è apparso in una nuova, e a dire il vero molto bella, fotografia accanto al suo cagnolone. Il presidente si è mostrato in forma, al telefono, su un balcone della Casa Bianca, “sorvegliato” dal fido Commander. «Ho fatto alcune chiamate con il miglior collega dell’uomo», ha spiegato l’inquilino del 1600 di Pennsylvania Avenue. Il pastore tedesco è con lui dallo scorso 20 novembre e ora è stato schierato in campo. Regalo per il suo 79esimo compleanno da parte del fratello James e dalla cognata Sara, Commander, “comandante”, appunto, è così diventato il protagonista della missione “consensi”. Una vecchia tradizione, raccontata magnificamente dalla giornalista Jennifer Pickens nel libro “Pets at the White House” (I cani alla Casa Bianca), pubblicato nel 2012.

Almeno 30 presidenti prima di Biden, infatti, hanno avuto cani come propri compagni di vita. Il primo a suscitare un impatto mediatico, nel lontano 1921, fu quello di Warren G. Harding, Laddy Boy. Tra i più famosi c’è stato però Fala, amatissimo terrier di Franklin Delano Roosevelt.  Nel 1944 era in corsa per il suo quarto mandato quando fu fatta trapelare la notizia che avesse rimandato indietro una nave per recuperare il cane dimenticato durante la visita alle Isole Aleutine. Messo alla berlina, Roosevelt si difese senza battere ciglio: «Potete criticare me, mia moglie e la mia famiglia, ma non il mio cane». E sono in molti gli analisti convinti che fu il “discorso di Fala” a essere decisivo per la rielezione. I Kennedy, invece, erano soliti “fuggire” di notte dalla Casa Bianca per non essere riconosciuti e passeggiare lungo Pennsylvania Avenue con il loro terrier Charlie e la cagnetta Pushinka, dono dell’allora leader sovietico Nikita Krusciov alla first lady Jacqueline.

E che dire di Lucky di Ronald Reagan, divenuto famosissimo nel 1985 perché immortalato mentre accompagnava il suo celebre padrone a passeggiare con Margaret Thatcher. In tempi più recenti, anche George W. e la moglie Laura portarono alla Casa Bianca tre cani, mentre Barack e Michelle Obama non avevano animali domestici prima delle elezioni del 2008, ma dopo la vittoria colmarono questo vuoto prima con Bo e poi con Sunny, cani d’acqua portoghesi. Due dolcissimi esemplari, da subito richiestissimi dai fotografi e per questo definiti “natural born star” (nati per essere star).

(Foto d’apertura: @potus)

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