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Benessere animale, la Spagna vuole le telecamere nei mattatoi

Madrid ha approvato il decreto legge per garantire che gli animali non vengano maltrattati prima di essere uccisi. E la Svizzera vota per mettere fuori legge gli allevamenti intensivi

di Alessio Pagani

Spagna e Svizzera si muovono in direzione della tutela degli animali. Madrid, infatti, ha deciso che tutti macelli spagnoli dovranno installare sistemi di videosorveglianza per garantire che gli animali non vengano maltrattati prima di essere uccisi. Berna, invece, ha dato il via libera a un referendum che chiede la messa al bando degli allevamenti intensivi. Il provvedimento spagnolo, però, è già effettivo. Lo ha annunciato il governo, assicurando di essere il primo in Europa a varare una simile misura. Il decreto legge è stato approvato oggi durante il primo Consiglio dei ministri dopo le vacanze estive. «Questa norma pone la Spagna all’avanguardia in Europa in questo campo e, oltre a garantire il benessere degli animali durante il loro passaggio attraverso i macelli, migliora anche le garanzie di sicurezza alimentare per i consumatori», ha affermato il ministro dei Consumi, Alberto Garzon. Il decreto «è stato oggetto di un accordo con il settore», ha precisato in una conferenza stampa la portavoce dell’esecutivo, Isabel Rodriguez. Le telecamere dovranno coprire gli «impianti in cui si trovano animali vivi, comprese aree di scarico, corridoi di trasporto» e le aree in cui gli animali vengono storditi e dissanguati, ha affermato il ministero in una nota. Inoltre, i gestori dei macelli dovranno conservare queste immagini in modo che si possano effettuare verifiche anche successive alla macellazione degli animali. I grandi mattatoi avranno un anno per mettersi in regola, mentre quelli piccoli ne avranno due. Toccherà alla popolazione elvetica, invece, esprimersi. L’iniziativa di legge “No all’allevamento intensivo in Svizzera”, depositata con più di 106.000 firme valide a sostegno, sarà al centro del referendum del 25 settembre. I promotori puntano a vietare nella Confederazione l’allevamento intensivo, inteso, si legge nel testo, come quello «industriale, finalizzato alla produzione più efficiente possibile di prodotti animali, nell’ambito del quale il benessere degli animali è sistematicamente leso». Se la richiesta che propone il referendum passerà, sarà una vera svolta animalista.

(Foto: IPA)

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