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Arriva Suki, allo Zoom Torino i Panda rossi fanno famiglia 

Oltre alla giovane femmina proveniente dalla struttura francese Biotropica Zoo, sono sbarcati all’ombra della Mole anche quattro Potamoceri. E il loro nome sarà deciso dai fan.  

di Redazione

Oltre alla giovane femmina proveniente dalla struttura francese Biotropica Zoo, sono sbarcati all’ombra della Mole anche quattro Potamoceri. E il loro nome sarà deciso dai fan.  

Nuove famiglie crescono allo Zoom, il giardino zoologico di Torino. Haiku, il Panda rosso ospitato nella struttura piemontese dal 2015, ha incontrato, infatti, Suki, un esemplare di 8 mesi, proveniente da Biotropica Zoo, in Normandia. E presto potrebbero diventare una vera e propria coppia. «Era da tempo che cercavamo una compagna per Haiku e ci auguriamo che da questo nuovo arrivo possa presto nascere una famiglia», racconta Sara Piga, veterinaria di Zoom Torino. «Il Panda Rosso, di cui oggi rimangono soltanto ì 2.500 esemplari, è una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione a causa della riduzione dell’habitat naturale e dello stravolgimento provocato dai cambiamenti climatici che rendono scarsa la disponibilità di cibo». Ecco perché la nascita di un cucciolo «sarebbe un evento davvero importante che ci permetterebbe di contribuire alla salvaguardia del panda minore e scongiurare, almeno per il momento, la loro scomparsa». Ma Suki non è l’unico nuovo arrivo nella struttura. Dallo zoo di Chorzow, in Polonia, si sono trasferiti all’ombra della Mole Antonelliana, quattro esemplari di Potamocero che hanno trovato casa nell’habitat Serengeti.

Tutti fratelli tra loro – con lo stesso papà (Pumba) ma con due mamme diverse (Melissa e Jagoda) – i cuccioli hanno 9 mesi e non ancora un nome, che sarà scelto per loro tra quelli più votati, risultato del contest attivato sui social network del parco. Il Potamocero, mammifero onnivoro della famiglia dei suidi, è diffuso principalmente nell’Africa occidentale e centrale, dal Senegal alle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo. Lo Zoom, dunque, diventerà una delle poche strutture ad ospitarli, nell’ottica della conservazione delle specie.  

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