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Arriva “Bocconi avvelanti”, l’app salvavita per i nostri animali 

In fase di sperimentazione è scaricabile da chiunque, che condivide con gli utenti le informazioni sulle “zone a rischio”, dove si sono verificati maggiori episodi di avvelenamento.

di Alessio Pagani

È scaricabile sul proprio telefonino e rappresenta una risorsa in più per la sicurezza degli animali e uno scudo contro il gesto criminale degli avvelenamenti. Bocconi della morte, disseminati proprio per uccidere cani, gatti e animali selvatici. Un dramma per i proprietari e una condanna per i pet. Solo nel corso del 2021 sono stati segnalati, infatti, in Italia 4.434 nuovi casi di avvelenamento di animali causati da esche contaminate. Si tratta di 12 animali uccisi mediamente ogni giorno, un numero impressionante, che rende sempre più urgente e necessaria l’attivazione di nuovi strumenti preventivi.

Così dal 2019 è attivo il portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali, realizzato dal Ministero in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana e il Centro di referenza nazionale di medicina forense. Il portale, interattivo, permette la geolocalizzazione e la mappatura dei singoli episodi di avvelenamento per aiutare le Autorità a compiere un’efficace repressione e prevenzione. A questo si aggiunge la nuova app, presentata, nelle scorse ore, in occasione del congresso “La medicina veterinaria forense in Italia, una storia recente verso il futuro: la lotta ai reati contro gli animali attraverso gli smartphone”,  organizzato Roma dall’ Associazione nazionale medici veterinari italiani.

La nuova app, disponibile sia per Android che per iOS, permetterà ai cittadini di prendere parte ancora più attiva nella lotta agli avvelenamenti, inviando alle autorità la segnalazione georeferenziata di esche sospette o bocconi avvelenati dispersi sul territorio. In questo modo i cittadini, oltre a constatare quali sono le aree più pericolose, le potranno segnalare a loro volta per migliorare la prevenzione sul territorio. 

(Foto d’apertura: IPA)

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