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«Animali nello stato di famiglia». E la «scuola insegni a rispettarli»

Sono diverse le proposte di legge che l’onorevole Michela Vittoria Brambilla ha già presentato. «La sensibilità degli italiani su questi temi è già cambiata e il Parlamento deve proseguire in questa direzione».

di Alessio Pagani

Michela Vittoria Brambilla è sempre più “Dalla parte degli animali”. Non solo in televisione, dove è in onda tutte le domeniche su Rete 4 dalle 10.25, ma anche in parlamento. Eletta come indipendente nelle file del centrodestra e ora parte del Gruppo misto, l’onorevole non ha perso tempo. Ponendo la sua firma in calce a ben 47 proposte di legge, quasi tutte dedicate al tema della protezione degli animali e dell’ambiente. Un lavoro che rappresenta l’ideale prosecuzione del percorso che, a febbraio del 2022, da allora presidente uscente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, l’aveva vista riuscire nell’impresa di inserirne la tutela in Costituzione. 

«Quello che ai più sembrava solo un punto d’arrivo», racconta la presidente e fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, «è in realtà stato un trampolino per ottenere norme più stringenti contro i reati a danno dell’ambiente e degli animali, purtroppo molto diffusi». E così, appena insediatasi per la sua quarta legislatura, Brambilla è stata di parola. Avanzando proposte che, assicura, «al di là dei numeri sufficienti a farle approvare che ha la coalizione di governo, andranno a ricercare il consenso di tutte le forze parlamentari. Sono pensate per unire». Tra le proposte, quella di cui l’onorevole va più fiera è rivolta ai bambini e ai ragazzi. Se venisse approvata, infatti, «porterebbe nelle scuole attività didattiche finalizzate all’educazione al rispetto degli animali e della biodiversità». 

«Si tratta di un tema cui tengo molto», chiarisce Brambilla, «perché ritengo fondamentale che i bimbi imparino fin da piccoli a rispettare il meraviglioso mondo che ci circonda. Avremmo poi adulti consapevoli e loro stessi potrebbero essere un tramite indispensabile con le famiglie». In concreto, si tratta di arricchire l’offerta formativa coinvolgendo le associazioni animaliste anche in ottica si prevenzione contro i fenomeni di maltrattamento o uccisione. Casi, e questa è un’altra proposta, «da punire più severamente». «Con pene innalzate rispettivamente a 5 e 6 anni. Perché chi compie questi crimini», sottolinea Brambilla, «deve andare in galera». «Del resto», fa notare, «la sensibilità degli italiani su questi temi è già cambiata: dobbiamo proseguire in questa direzione». Ecco dunque che sembrano maturi i tempi anche per la revisione del regolamento anagrafico. «È giunta l’ora di inserire i nostri animali nello stato di famiglia». Provvedimento che, se in vigore, genererebbe a cascata una serie di tutele in più, anche economiche, come la possibilità di maggiori detrazioni per le spese veterinarie e il sostegno per le cure degli animali per le fasce più deboli della popolazione. 

Non meno importanti le misure che mirano a disciplinare l’affido degli animali di affezione in caso di separazione dei coniugi. «Non è più possibile trattare cani, gatti e gli altri animali di casa come oggetti, alla stregua di una poltrona», dice l’onorevole. «Servono regole precise, che tengano conto dei loro diritti e soprattutto del loro benessere». E poi, ancora, una riforma del settore degli interventi assistiti con animali. «La pet therapy», conclude Michela Vittoria Brambilla, «deve essere inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ovvero quelle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di ticket. Solo così potrà essere garantita a tutti coloro che ne hanno bisogno».  

(Foto d’apertura: @michelavittoriabrambilla)

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