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Anche per i cani il fumo passivo è un pericolo

Una ricerca dell’Università Statale di Milano ha evidenziato i rischi che corrono i quattrozampe dei fumatori. Gli animali domestici assorbono le sostanze nocive delle sigarette non solo per inalazione ambientale, ma anche attraverso la pelle.

di Alessio Pagani

Anche i cani subiscono gli effetti nocivi del fumo passivo: lo ha stabilito una ricerca dell’Università Statale di Milano coordinata da Debora Groppetti, docente di Clinica ostetrica e Ginecologia veterinaria del dipartimento di Medicina veterinaria, e pubblicata di recente su MDPI

Il punto di partenza è semplice: il cane è un animale domestico molto diffuso che, condividendo con l’uomo spazi, abitudini e cibo, potrebbe essere esposto agli stessi rischi e malattie ambientali. Negli ultimi due decenni, poi, gli effetti dannosi dell’esposizione al fumo passivo su bambini e adulti sono stati ampiamente discussi e sottolineati attraverso campagne di salute pubblica, ma non è stata posta enfasi sui rischi in cui anche gli animali domestici possono incorrere. 

«Fino ad ora, nel cane non era stato ancora evidenziato che la coabitazione con proprietari fumatori inducesse nell’organismo di questi animali la presenza di cotinina, il principale metabolita endogeno della nicotina», spiega Silvia Mazzola, docente di Fisiologia Veterinaria presso lo stesso dipartimento e coautrice dello studio. «Come per i bambini, anche per gli animali domestici l’esposizione al fumo può avvenire non solo per l’inalazione ambientale, ma anche attraverso l’assorbimento transdermico».  

La ricerca ha riguardato 32 cani (sani) di entrambi i sessi. A seconda che vivessero o meno con umani fumatori, 16 cani sono stati inclusi nel gruppo esposti al fumo passivo e 16 sono stati inseriti nel gruppo dei non esposti. A questi cani è stato prelevato un campione di pelo e di sangue, necessario nell’ambito dei controlli di routine: parte del siero è stato utilizzato per analizzare l’eventuale presenza di cotinina, attraverso un test specifico. E i risultati non lasciano spazio ad alcun dubbio.

Evidenziano, infatti, un aumento della presenza dei metaboliti della nicotina nel siero e nel pelo dei soggetti esposti al fumo passivo rispetto a quelli che non entrano in contatto abitualmente con persone fumatrici. 

«Sensibilizzare i proprietari fumatori sui potenziali danni che il fumo passivo potrebbe arrecare ai loro cani non è un fattore trascurabile, non solo in termini di prevenzione delle malattie legate al fumo, ma anche di tutela del benessere animale», conclude Mazzola. «Inoltre, i risultati pubblicati rappresentano la prima parte di uno studio più ampio, di cui stiamo elaborando altri risultati proprio ora, che è volto a valutare i possibili effetti dell’esposizione al fumo passivo nella riproduzione del cane».  

(Foto d’apertura: IPA)

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