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Anche cani e gatti soffrono lo stress 

I nostri animali domestici possono affrontare improvvisi momenti di paura e agitazione. Ecco come capirlo e aiutarli: generalmente il gatto tende a isolarsi mentre il cane diventa assillante.

di Alessio Pagani

Anche gli amici a quattrozampe si stressano. Cani e gatti, infatti, possono soffrire di quello che tecnicamente viene definito stress transitorio, non patologico. È spesso collegato a situazioni specifiche e a volte prevedibili dalla famiglia umana e causa improvvisi momenti di paura, intensa agitazione e disagio. Quali sono le cause più frequenti e come si manifestano? Ecco cosa emerge dal sondaggio nelle community online di Feliway e Adaptil. Se i rumori forti, come botti o temporali, sono la maggiore causa di stress nei cani (42,8% delle risposte, contro il 35% dei gatti), è invece la visita veterinaria la fonte di agitazione che, stando al sondaggio, affligge la maggior parte dei gatti (53,5% contro il 28,5% dei cani).

Amanti della routine domestica e dei propri spazi, cani e gatti non apprezzano la presenza di ospiti, feste o persone estranee che turbano la tranquillità di casa: anche questa, infatti, è una ragione di fastidio in particolare per i gatti (42,5%), che disturba però anche i cani (31%). I pet, poi, non hanno lo stesso concetto umano di “vacanza”: i viaggi e gli spostamenti sono fonte di ansia per il 25% dei gatti, così come le gite fuori porta per il 21% dei cani. «Le situazioni che mettono più a disagio il cane e il gatto fanno parte della vita quotidiana: rumori, visita veterinaria, ospiti e viaggi sono eventi molto frequenti. Per migliorare la qualità di vita dei nostri conviventi è necessario anticipare quando possibile la circostanza scatenante programmando un piano d’azione efficace», osserva Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale. In queste situazioni, cani e gatti comunicano con il corpo e i vocalizzi la paura e il disagio: è importante riconoscere questo stato di malessere per supportarli adeguatamente. Il pianto, l’ululato e l’abbaio sono i segnali più comuni di disagio (47,1%) nei cani, così come ansimare, camminare avanti e indietro in modo agitato o anche la perdita di appetito (45,7% dei rispondenti). Ci sono poi cani che reagiscono allo stress mostrando aggressività (il 27%) e, in misura minore, nascondendosi (14,3%). È proprio il nascondersi, invece, la reazione più comune allo stress e alla paura nei felini di casa (70,4%), insieme con il fare pipì fuori dalla cassetta (25,3%), il mostrarsi aggressivi (20,7%), il graffiare di più gli oggetti di casa e lo smettere di mangiare (entrambi i comportamenti riportati dal 9,4% dei proprietari).

«Lo stress cambia lo stato d’animo del cane e del gatto e, di conseguenza, si modifica la relazione con il referente umano. Il cane diventa assillante nelle richieste di aiuto e fatica a trovare conforto, mentre il gatto si isola lontano dalla famiglia. È necessario comprendere i segnali comunicativi dell’animale per riconoscere il disagio», nota la dottoressa Giussani. «Spesso i cani sottoposti a forte stress non rispondono più alle coccole e ai tentativi di distrazione da parte del padrone, mentre i gatti si dimostrano molto schivi. I feromoni si rivelano molto utili anche nell’evitare che ciò accada». Coccole e parole sono il modo più comune adottato dalle persone per sollevare lo stato d’animo nei gatti (83,8%) e nei cani (71,6%). Una passeggiata è anche il rimedio proposto dal 19% di chi vive con un cane, mentre chi si trova a consolare il gatto punta sull’invito a giocare insieme (27,9%), sui premi in cibo (26%) e sui feromoni felini (19,9%). Perché per tutti i padroni attenti, quello che deve contare è solo il benessere del proprio pet.  

(Foto: IPA)

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