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Altro che squali, i veri killer sono zanzare e lumache

È l’insetto che porta la malaria il vero killer dell’uomo, insieme agli insospettabili gasteropodi e alla cimici. I predatori? Confronto a loro sono agnellini.

di Alessio Pagani

Alcuni ci fanno naturalmente paura, ad altri non diamo l’attenzione che meriterebbero. Perché il pericolo non sempre segue la logica e le statistiche. Ecco così che siamo terrorizzati dai grandi predatori che però, il più delle volte, ci ignorano e prendiamo sotto gamba i nostri reali “nemici pubblici” del regno animale.

Zanzare

Come ogni killer in libertà sono rapide e silenziose. Riescono a non dare nell’occhio e a non incutere paura. Al massimo fastidio. Gli animali più pericolosi per l’uomo sono paradossalmente anche quelli che possiamo schiacciare tra due mani: le zanzare. Nessun assassino seriale è più spietato. Sono 725mila le morti umane causate ogni anno da questi insetti, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le più temibili sono quelle del genere Anopheles, che trasmettono il plasmodio responsabile della malaria: un’epidemia che miete, in un anno, oltre 600 mila vittime, e debilita circa 200 milioni di persone. Eppure nessuno le guarda con sufficiente attenzione: quella riservata all’animale più rischioso per la sopravvivenza dell’uomo.

Serpenti

Le zanzare sono capaci di staccare di gran lunga i secondi in classifica: la macrocategoria dei serpenti, che comprende tutte le specie di questi rettili. Insieme, in un anno, sempre secondo quanto censito dall’Oms, provocano tra le 81mila e 138mila vittime. Persone per lo più  uccise dai morsi velenosi. Di queste quasi la metà vivono in India, dove le probabilità di morire a causa dell’attacco di un rettile velenoso prima di avere compiuto 70 anni sono 1 su 250.

Cani

Sul terzo gradino di questo podio famigerato troviamo poi il miglior amico dell’uomo: sì, proprio il cane. Sono circa 25mila, infatti, le vittime annuali dei quattro zampe. Qui, però, occorre chiarire un paio di concetti: il numero è legato prima di tutto alla loro grandissima diffusione, alla vicinanza e alla frequente interazione con noi, il che di per sé moltiplica i rischi. La vera ragione però è legata, soprattutto, alle infezioni che possono trasmetterci: in effetti i cani non sarebbero così pericolosi se non fossero portatori della rabbia, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. Così, in caso di morso, possono infettarci e in assenza della rapida somministrazione dell’antidoto i rischi aumentano a dismisura.

Lumache

Le lumache d’acqua dolce si posizionano al quarto posto, tra gli animali più pericolosi. Riescono a uccidere oltre 20mila persone ogni anno. La loro lentezza non deve ingannarci: sembrano innocue e invece non è così. Sono decisamente insidiose. Anche se non direttamente. Nessuna lumaca, infatti, ha mai aggredito un uomo ma questi gasteropodi sono portatori dei vermi piatti, che a loro volta originano malattie pericolosissime per le persone come la Schistosoma. Con un contagio che normalmente avviene attraverso la contaminazione dell’acqua.

Cimici

Sono forse mal tollerate, possono suscitare repulsione, ma nessuno le descriverebbe mai come pericolose. E invece nella “Top 5” degli animali che rappresentano una minaccia per l’uomo ci sono anche le cimici. Ci riferiamo in particolare alle cimici triatominae che ogni anno sono fatali a circa 12mila persone. Anche in questo caso, vista la loro dimensione, non sono pericoli diretti ma provocati da una malattia che trasmettono, quella di Chagas. Si tratta di una parassitosi, nota anche come tripanosomiasi americana, endemica in America Latina e non presente in Italia e in Europa. È trasmessa principalmente dalle punture di questi insetti ed è temibile anche perché dopo il contagio la persona infetta può non avere alcun disturbo per anni, persino per decenni, ma intanto il parassita nell’organismo può provocare danni al sistema nervoso, al cuore e all’intestino. Così molte persone non sanno di essere malate e non si curano per lungo tempo andando incontro a gravissime conseguenze che possono portare fino alla morte.

Mosca tse tse

Temibile e capace di terrorizzare le regioni umide tropicali e subtropicali dell’Africa, la mosca tse tse è causa indiretta di qualcosa come 10mila morti all’anno. A essere pericolosa è la puntura di questo insetto. Negli esseri umani e negli animali provoca la malattia del sonno o tripanosomiasi africana. Questa patologia, se non trattata, porta alla morte. Al contrario, se viene diagnosticata in tempo può essere curata con i farmaci. La malattia del sonno, infatti, è provocata dal parassita di questa mosca che l’insetto acquisisce quando succhia il sangue di un animale infetto, per poi trasmetterlo all’uomo con una nuova puntura. La mosca tse tse diventa quindi il più importante vettore di questa malattia i cui sintomi si presentano dopo tre settimane provocando febbre, prurito, mal di testa e dolori articolari, cui successivamente si aggiungono confusione, problemi di coordinazione motoria e sonnolenza sempre più grave fino al sopraggiungere del coma.

Lombrico

È di almeno 4500 vittime ogni 12 mesi, invece, il terribile bilancio del lombrico di Ascaris. È lui, infatti, a causare l’ascaridiosi, malattia temibile soprattutto per i bambini, la cui diffusione si concentra nelle zone tropicali e subtropicali con scarse condizioni igieniche. Questi animali, infatti, usano l’intestino umano per maturare dalla forma di uovo o larva alla forma di vermi che, quando diventano adulti, possono essere lunghi fino a 50 centimetri.

Coccodrilli

Sono i primi veri predatori in classifica. E il loro morso non lascia scampo. Merito delle mascelle capaci di sviluppare una forza di oltre 16000 Newton. Gli alligatori e le altre specie dell’ordine dei coccodrilli (come i caimani) vantano, infatti, il morso più potente sul pianeta. Per fare un confronto con l’essere umano, noi al massimo della nostra energia arriviamo ad appena 500 Newton. I loro denti poi sono vere armi per uccidere e, se a questo abbiniamo l’istinto di proteggere il territorio quando questo viene invaso, si comprende come imbattersi in uno di questi rettili possa avere conseguenze sicuramente fatali. Ecco spiegate le circa 1000 vittime all’anno causate da coccodrilli e alligatori.

Ippopotami

Sono i noni più pericolosi, eppure quasi nessuno punterebbe il dito contro di loro. Forse perché per noi europei l’ippopotamo rimanda dritto al bonario Pippo, il pacioso testimonial di una nota marca di pannolini. In Africa, invece, li conoscono bene e temono le reazioni di questo enorme erbivoro. Decisamente territoriale, se si sente minacciato attacca e, soprattutto, fatica a distinguere tra nemici reali e creature innocue, quindi attenzione: se invadi il suo spazio sei a rischio. Di fatto, diventa violento per difesa e non per cibarsi, e questo lo rende meno prevedibile. La conta delle sue vittime sfiora le 500 unità all’anno.

Elefanti

Gli elefanti sono gli animali più grandi d’Africa e, potenzialmente, i più pericolosi del continente. Il Kenya e il Ghana sono le due nazioni dove gli attacchi dei pachidermi sono maggiori, ma si sono verificati episodi violenti anche in Paesi dell’Asia, tra cui Tailandia e Indonesia. Anche qui per paura, reazione o semplice passaggio di mandrie incontrollate. Le vittime sfiorano le 500 ogni anno.

Leoni e tigri

Rispetto a chi li precede in classifica leoni e tigri sono agnellini. I primi, stando alle statistiche e alle stime, non superano le 100 vittime l’anno, le seconde si fermano a metà. I più frequenti attacchi di leoni si verificano in Tanzania, dove oltre 563 persone sono state uccise in 15 anni. Di queste, il 20% sono bambini di età inferiore a 10 anni. La maggior parte delle vittime vivono in zone rurali, e gli attacchi avvengo solitamente mentre sono impegnate in attività di caccia o raccolta d’acqua in zone di campagna, lontane dalle città. Le tigri sono ancora più schive e per loro l’uomo non è certo una preda con cui hanno familiarità. Il che non significa che non siano pericolose.

E lo squalo bianco?

Lo squalo bianco gode di pessima fama, ma pur essendo un killer potenziale non è un pericolo reale per l’uomo. Reso famigerato dal film del 1975 di Steven Spielberg, gira tendenzialmente alla larga dall’uomo e quelle rare volte in cui lo attacca è, con ogni probabilità, perché lo scambia per una foca , sue preda naturale. Il 2021, del resto, ha fatto registrare “solo” 73 casi di morsi di squali in tutto il mondo. Una tendenza in aumento rispetto al 2020, quando i morsi dei pescicani furono appena 52, il dato più basso degli ultimi 10 anni. E, in base alle statistiche, i decessi causati da questi enormi pesci non superano le 10 unità all’anno. Molto meno delle api, solo per fare un esempio, il cui veleno causa oltre 50 reazioni allergiche mortali ogni 12 mesi. Il predatore dei mari fa tanta paura, insomma, ma sono altri gli animali da cui dovremmo davvero guardarci.

(Foto d’apertura: @animals_lab69, @biothorns)

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