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A Verona arriva il garante degli animali

Annunciato dal sindaco Sboarina. Firmato anche un protocollo di intesa con le principali associazioni animaliste per rendere la città sempre più amica degli animali.

di Alessio Pagani

Annunciato dal sindaco Sboarina. Firmato anche un protocollo di intesa con le principali associazioni animaliste per rendere la città sempre più amica degli animali.

Per ora è una promessa, ma ci sono tutti i presupposti affinché venga mantenuta. La città di Verona avrà il suo garante per gli animali. Lo ha annunciato il sindaco Federico Sboarina, calendarizzandolo: se verrà rieletto, nelle prime settimane della prossima legislatura verrà istituita questa figura. «Sarà una persona con competenze giuridiche, un tecnico, una sorta di difensore civico degli amici animali. Darà supporto professionale all’amministrazione comunale e si occuperà di temi fondamentali, come il contrasto al maltrattamento degli animali», ha garantito. Parole messe nere su bianco, in appendice, alla sottoscrizione di un documento proposto dalla LAV, Lega anti vivisezione, per avvicinare ancora di più Verona al mondo animale. Il progetto “Verona, qua la zampa: la Costituzione a tutela degli amici animali”, è stato sottoscritto oltre che dal primo cittadino, da Laura Bocchi, responsabile del dipartimento Benessere Animali e dai rappresentanti delle associazioni Enpa, Lega del Cane, Animalisti Verona, Tribù Animale, La Voce dei Conigli e Freccia45. «Questa amministrazione», ha spiegato Bocchi, «si è occupata di tematiche legate alle persone più svantaggiate con aumenti di fondi per le politiche assistenziali. E questo incremento di empatia e sensibilità verso le categorie più fragili è andato di pari passo con l’aiuto agli animali, che sono strettamente legati a livello affettivo all’uomo, anche con risvolti nel sociale. È nostra intenzione proseguire su questa strada con nuove iniziative, propedeutiche a quelle già finalizzate in questi anni». Senza dimenticare altre azioni concrete. «Come il protocollo di intesa con l’Università di Verona», ricorda Bocchi, «che ha portato alla chiusura della linea di ricerca su primati, con la liberazione di tre macachi fino ad allora utilizzati per la sperimentazione. E la creazione di un apposito ufficio per incontrare i cittadini e risolvere tutte le problematiche inascoltate riguardanti gli animali».

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